All’inizio della civiltà moderna i primi passi per uscire dalla tutela ideologica feudale e clericale furono il luogo dove si attuò una nuova libertà storica, dove l’individuo, il borghese, apprese a pensare in modo autonomo. Oggi, che una ragione tecnologica burocratizzata ha di nuovo cancellato quasi del tutto nelle moderne megalopoli ogni traccia di libertà individuale alle vittime passive del progresso le città, con le loro piaghe, appaiono come destino, come catastrofi naturali. Ma esse non sono catastrofi causate dall’inettitudine sociale. Solo aprendo gli occhi sull’inadeguatezza dell’urbanistica moderna sarà possibile costruire città dove trovi posto anche la gioia di vivere, città al servizio dei reali bisogni dell’uomo.