Se molti libri contemporanei si affidano alla fantasia per descriverci quello che sarà il mondo del futuro, Robert Jungk ha voluto riferirci soltanto le cose viste con i suoi occhi: e la sua esperienza lo porta ad affermare che è inutile fantasticare sul futuro, perché il futuro è già qui. Reporter di altissima classe, Jungk ci guida nelle ‘città atomiche’ del Nevada e del Nuovo Messico, nel ‘mercato della bellezza’ di Hollywood, nei centri d’addestramento dei piloti supersonici, negli uffici dove si seleziona il personale per mezzo delle ‘macchine della verità’, nei campi di lancio dei razzi spaziali, nelle fattorie dove la pioggia è artificiale e si fabbricano polli e meloni su misura, a tempo di record. Come ogni civiltà, questa del ‘futuro’ ha i suoi riti segreti: appositi ‘confessori’ stipendiati dalle grandi industrie si occupano dei casi privati del personale, mentre per la soluzione delle più complesse questioni nazionali e internazionali si interroga il moderno oracolo, il cervello elettronico, che ci riporta, attraverso un estremo perfezionamento tecnico, in un mondo di magia e di superstizione. Chiave di volta per la comprensione di tutti questi aspetti o fenomeni spesso paradossali della vita americana, è, secondo Jungk, una insaziata e febbrile sete di conquista, la stessa che spingeva ieri i pionieri all’assalto del West e che spinge oggi l’uomo americano, con controllato impulso, a varcare ogni ‘frontiera’ e a dar l’assalto al cielo, all’atomo, alla natura, alla stessa essenza umana. Questa spinta dell’uomo a estendere al massimo le sue capacità è l’essenza stessa d’ogni progresso civile, ma a patto ch’essa non porti l’uomo a snaturarsi, a perdersi come uomo. Questo è il pericolo che Jungk ravvisa nell’ ‘assalto all’onnipotenza’ tentato dalla tecnica americana. Il suo libro, pur così ricco di aneddoti sorprendenti e francamente umoristici, pur così scanzonatamente brillante e disinvolto, è soprattutto un invito alla riflessione.