Come sarà il nuovo millennio? Soltanto una trentina di anni fa Carlo Levi poteva tranquillamente asserire che il futuro ha un cuore antico. Si potrebbe oggi ripetere con la stezza sicurezza una simile affermazione? Temiamo proprio di no, perché già nell’arco di questo trentennio il mondo ha camminato così velocemente e il progresso scientifico ha operato trasformazioni così radicali e a ritmi così accelerati, che qualcuno ha potuto validamente affermare che il presente è già futuro. Eppure, se ogni previsione rischia di trasformarsi in un azzardo, oggi più che in qualsiasi altra epoca diventa lecito, e persino doveroso, interrogarsi sul futuro dell’umanità. Siamo arrivati a un bivio cruciale della storia: o ci salva tutti insieme o per tutti il pianeta Terra si ridurrà a un immenso cimitero. Dunque e di nuovo: che mondo farà nel terzo millennio? Sarà migliore o peggiore di quello attuale? Intanto, per molti aspetti sarà un mondo profondamente diverso. Basterebbe accennare allo sviluppo dell’informatica e della telematica, alle applicazione della tecnologia nel campo della produzione e del lavoro, alle ricerche nel settore della biologia molecolare per intuire quali enormi prospettive si spalancano per il genere umano. E in questo mondo, fortemente permeato di razionalismo tecnologico, quale posto sarà riservato alle ideologie, ai partiti, ai valori «umanistici»? E che ne sarà del sentimento del sacro, della domanda religiosa, dell’assillo del mistero? Sono questi soltanto alcuni degli interrogativi che si è posto l’autore e che ha girato, a sua volta, ai suoi interlocutori, 25 tra i più noti filosofi e scienziati. Ne viene fuori una mappa del futuro, frastagliata e problematica, uno scenario in cui si incrociano elementi di fondato ottimismo e di altrettanto fondata inquietudine. Da questo volume che si configura come un anticipo di quello che potrà essere il nostro destino, emerge comunque una certezza: oggi più di ieri e domani più di oggi l’uomo è faber fortunae suae.