Il lavoro sta vivendo una ridefinizione epocale che FutureWork esplicita ed esplora.
Le antiche energie delle organizzazioni – il capitale e il lavoro – vengono sostituite da nuovi fattori di produzione – l’informazione e la conoscenza – in quella che sempre più si configura come l’economia della conoscenza: variabile determinante del successo di un’impresa, alla quale si associa un nuovo concetto di produttività fondato sull’ingegno di chi lavora. Soggetto di FutureWork è quindi il “knowledge worker”, che possiede ottime conoscenze teoriche ma anche capacità decisionali, relazionali e di creatività combinatoria.
Per questo tipo di lavoratori, come scriveva Hermann Hesse, “la personalità non è un lusso, bensì condizione esistenziale, aria vitale, capacità irrinunziabile”.
Occorre quindi reinterpretare l’Information Technology, ossia la “macchina a vapore” dell’epoca dell’informazione, come Performance Technology: non una nuova tecnologia ma un’applicazione delle tecnologie esistenti ed emergenti con le quali raggiungere un elevato livello nelle prestazioni dei “knowledge workers”.
Come dimostrano gli autori attraverso l’analisi di casi significativi, solo questa visione ossessivamente antropocentrica del rapporto individuo-lavoro-tecnologia può assicurare alle organizzazioni un passaggio armonico e di successo al futuro, già visibile sulla linea dell’orizzonte, dell’epoca della conoscenza.